domenica 29 dicembre 2019

Minuscolo Universo

Sono tornata da là sotto dov'ero finita. Da sola, scesa laggiù e poi tornata di sopra.

Tutti che non sanno chi io sia veramente, ma la verità è che non si potrà scoprire mai, perchè io non sono capace di essere una cosa sola. Io non sono capace di delinearmi uno spazio stretto intorno. Di me non si potrà mai dire "Eve è una pittrice" oppure "Eve è una dottoressa" o ancora "Eve è una pasticcera fantastica". Di me si dice di tutto, specialmente cose negative, ma anche niente, anche i silenzi di me si dicono.
Una volta, tanto tempo fa, un'amica di mamma le chiese "Ma tu, lo sai com'è Eve? Ti sei mai chiesta com'è fatto il mondo di Eve?". Mia madre scoppiò a piangere, non per la nostalgia di me, ma semplicemente terrorizzata dal fatto di non saper rispondere, per il fatto di essere colpevole di non conoscere la creatura che aveva creato dentro le sue viscere, fatto uscire, nutrito. Spaventata dal dover riconoscere che al "mio mondo" nessuno aveva contribuito, io l'avevo creato sempre, fin da piccola, da sola. L'avevo cambiato, ribaltato, cancellato e avrei continuato a farlo in eterno con il risultato di non essere mai conosciuta da nessuno.

Ho avuto tanti uomini, tutti sbagliati. Tutti che mi prendevano come un quadro e mi appendevano in casa propria e dicevano a tutti "ammirate che cosa mi sono rubato con l'inganno, guardate tutto il mio merito. Son così bravo da meritarmi questo quadro costosissimo tutto mio". Uomini ammaliati da quest'incomprensibilità della mia anima, dalla complessità, dai silenzi, dal casino che faccio, dalla mia dolcezza, DALLA MIA UTILITA'. Sì, perchè di me ciò che più si dice è che io sia "estremamente dolce e utile". I miei parenti dicono così. Utile, come uno spazzolino del cesso, utile come la bottiglietta d'acqua che tieni sempre in macchina perchè sia mai ti dovessi sporcare con l'olio del motore, almeno hai con che sciaquarti. Solo che oltre a queste cose declassanti, tutti gli uomini che ho avuto, e non solo loro, si sono sempre accorti che io "non ero gestibile". Io non lo sono perchè io non riesco a farmi mettere dentro i riquadri. Non riesco a farmi contenere in un confine, io devo sempre sconfinare. Io, è come se vivessi costantemente a braccia avanti e mani aperte, per prendere tutto, tutto quello che trovo, tutto quello che voglio, tutto quello che mi passa per la testa di avere. Prendo e arraffo tutto e lo metto dentro al sacco, senza curarmi che il sacco è talmente pieno che le cose che prendo potrebbero andare in conflitto tra loro. No, non me ne curo, devo riempire il sacco, il sacco devo essere pieno perchè sono sempre da sola e queste cose che prendo devono farmi compagnia.

Le ragazze anoressiche fanno questa fine. Noi cresciamo facendoci i nostri schemi, come una canzoncina rassicurante, perchè è tutto un gran casino in realtà. Noi cresciamo bloccate, sole, con la costante voglia di lottare contro ogni forma di terrore con ogni nostra forza, come direbbe Pasolini.
Ecco perchè siamo sole, perchè parliamo una lingua sconosciuta, una lingua solo nostra, individuale, che ci ha condannate ad essere sole.

Mi sono cambiati i lineamenti del viso, non so se tornerò mai a sorridere come prima, ho sempre l'espressione dura e severa.

Io sono riuscita a trovare il modo di non pensare più al suicidio. Riempio la testa di conoscenza e sapere. Mi piace molto conoscere cose nuove. Ora sto studiando, sto facendo un corso e appena l'avrò finito, inizierò a lavorare e successivamente intraprenderò un percorso universitario. Non ho mai avuto modo di fare l'università e anche se è un pochino tardi (ora ho 27 anni), vorrò provarci e riuscirci. Voglio studiare fino a che potrò. Dopo, con tutta probabilità, farò i piani per aprire e condurre anche un piccolissimo B&B. Tutto quello che sto cercando di fare, è solo creare un mio minuscolo mondo. Un mondo che capisco solo io, ma che non sia più solo me fluttuante nel vuoto, ma me dentro un universo che abbia il sapore di me.

Perchè io non mi raggiungo mai. Io dico sempre ciò che penso, dico la verità e la verità è spesso spacevole, non piace mai a nessuno. Ecco perchè io non sto bene con la società. Anche perchè ho il difetto di essere una persona IPERSENSIBILE. Io sento tutto amplificato. Non solo le parole, io sento proprio le sensazioni e i sentimenti. E' come se mi mancassero strati e strati di epidermide e una leggera brezza estiva, addosso a me fosse come una tempesta. Come aghi, lame e spilli addosso, sento le emozioni delle persone.

Mi sto facendo crescere i capelli, mi arrivano alle spalle adesso. Li avevo tagliati cortissimi, rasati, ora li voglio di nuovo lunghissimi. Sono color rame adesso, ma quando saranno adeguatamente lunghi, li tingerò biondi, quasi bianchi.

Tra qualche giorno mi organizzerò per andare da sola ad una mostra di acquerelli che mi piace. L'arte mi fa sentire l'anima riempita.

L'unica cosa che sto cercando di fare, in realtà, è ricostruirmi. Pezzo pezzo. Io credo, mi troverò durante tutta la mia esistenza a doverlo fare. Non essendo niente ed essendo contemporaneamente tutto, non ho base mai da cui partire. Quindi ricomincio sempre da zero. Ricreo, e poi rispacco tutto di nuovo. Mi rifaccio da capo, e ogni nuova me non assomiglia nemmeno un poco a quella di prima. Spesso ultimamente penso pensieri strani. Tipo, chissà cosa diranno di me al mio funerale. "Eve era...", cosa? Cos'ero? Io stessa non saprei cosa dire. Se non lo so dire io, come faranno gli altri? Chi dietro a ogni mio gesto c'ha visto cattiveria, invidia, manipolazione, gelosia, smania, immaturità; come farà a dire qualcosa di buono di me quando sarò morta?
E' come se tutti andassero decisi in una direzione e solo io spingessi per andare dalla parte opposta perchè vedo più bello dillà anche il cammino è più lungo.

Io ho amato un ragazzo che mi ha lasciato perchè sono anoressica. Che poi io, giuro, la smetterei di fare l'anoressica, se qualcuno mi amasse sul serio. Se riuscisse ad amarmi come amo io. Forse è davvero chiedere troppo. Tutti dicono che in amore ci si accontenta. Tipo, ti sposi, fai figli, metti su una casa e abbozzi tutta la vita. E' così l'amore, dicono. Io non lo so com'è, so solo che non mi sono mai sentita amata davvero. Ho sempre sentito un vuoto dentro, soprattutto quando ero in relazione con qualcuno che mi diceva "io ti amo, ma tu devi startene un attimino buona perchè non so come gestirti e se fai così mi dai noia". Ho sempre tentato di sparire, di auto-annientarmi. Ce la mettevo tutta, con metodi sempre nuovi nascosti dietro buonissime intenzioni. Io stessa ero a dipingerle per convincere tutti. "Sto facendo questo perchè così mi sento molto meglio". Sono nata autolesionista, ma sto facendo sforzi per non morirci.
Prendo spunto dalla vita che fa la mia migliore amica. Lei si vuole bene, lei si prende il tempo per sè. Ovviamente non per fare tutto ciò che vorrebbe perchè entrambe abitiamo ancora in famiglia e le nostre famiglie sono molto stressanti, perchè noi siamo le figlie femmine, le maggiori, quelle che sono state messe al mondo per risolvere cose. Però lei si prepara pranzo, cena, se vuole dormire per riposare lo fa, se vuole vedere un film col suo fidanzato lo fa. Io prendo spunto da questo, tipo ultimamente quando torno tardi a casa dal corso e devo pranzare e non c'è cibo preparato e tavola apparecchiata, anche se i miei iniziano a mettermi pressione, io semplicemente non rispondo, non comunico, mi isolo fino a che non ho consumato il mio pasto con calma e soddisfazione. Mi apparecchio la tavola, mi siedo composta e non rimango a mangiare in piedi. Per me questo è già tanto, sono piccoli passi verso la creazione del mio minuscolo universo. 
 

martedì 9 aprile 2019

Sono venuti a salvarmi...?

Sabato mattina ho rivisto i miei genitori, dopo mesi. Avevo sensazioni contrastanti nei giorni che precedevano il loro arrivo. Avevo paura che mi facessero le solite ramanzine sul fatto che devo mangiare di più, essere più calma, più ordinata in casa...

E invece no. Nemmeno l'ombra di tutto questo.

Sono arrivati in anticipo, ero uscita a buttare l'immondizia. Mi vedo sfrecciare davanti una Ford blu, la riconosco subito, è quella dei miei che si fermano poco più avanti. Pensavo mi avessero visto, tenevano lo sguardo verso la mia direzione.

E invece no. Non m'avevano riconosciuta.

Ho agitato la mano in cenno di saluto e sorriso camminandogli incontro. E avevo il viso di mio padre, di pietra, con la bocca semi aperta che mi fissava incredulo.

"Siete arrivati finalmente! La macchina si può parcheggiare lì"

Mia madre sorride annuendo, mio padre muto e di pietra. Si scambiano uno sguardo.

Parcheggiano, gli vado incontro per baciarli all'italiana e invece no. Mio padre mi abbraccia, allora lo abbraccio pure io, più forte che posso. Non capita mai. Lui dice solo:"Ma... ma... che è successo?"

In che senso? Non glielo dico ma lo penso. Vedo che mi fissa le gambe, le mani, i polsi... E allora capisco che quel "ma che è successo?" è riferito al mio involucro. E' riferito alla magrezza eccessiva, alle occhiaie viola, il colorito giallo, i vestiti larghissimi, i capelli sporchi... Capisco che ho le sembianze di un'eroinomane, che vorrei tanto dirgli che sono finita in un giro bruttissimo, che mi drogo ogni giorno e ho bisogno d'aiuto per smettere.
Ma la verità, molto più brutta da mandar giù, è proprio che non c'è nessun problema di questo tipo. Non c'è niente, non è successo proprio un bel niente.

Poi siamo entrati a casa e Jenna li ha amati subito, specialmente mia madre, la seguiva ovunque, le si è messa a dormire addosso, scodinzolava tantissimo quando lei le parlava. Il mio fidanzato non c'era, era a lavoro.

Dopo un pò mamma mi ha mandato insieme a papà al parco con Jenna, lui aveva voglia di fare una camminata. Al nostro ritorno vedo dalle mie finestre penzolare lenzuola, tende, era tutto spalancato. Rientriamo e mia madre stava sistemando e pulendo tutto, ma stavolta era diverso.
Mi ha invaso già dall'ingresso un buon profumo di pulito, c'era molta luce. Mi sono seduta sul divano, col fiato corto per via della camminata al parco e me la guardavo. Mia madre là, in cucina, tutta raggiante che metteva ordine e pulizia a suon di sorrisi. E vedevo il piano cottura come nuovo, poi il letto rifatto a regola d'arte, pavimento splendente...

Mi gustavo la scena. Mi sembrava che fossero entrati due angeli a casa mia che con estrema facilità aggiustavano tutto. E mi chiedevo se l'odore di voglia di morire che emanavo, lo sentissero anche loro insieme a Jenna. Mi domandavo se anche Jenna non stesse istintivamente prendendo parte a tutto questo. Se anche lei non avesse visto in quei due estranei entrati in casa, una via di salvezza per me. Che aveva capito che lei da sola non poteva e allora voleva che quei due umani-angeli restassero qui il più a lungo possibile.
Mio padre non ha perso l'abitudine di fare battute ed essere divertente. Ridevo di gusto alle sue battute, ecco come si rideva, pensavo. Ma m'affannavo pure ridendo...
Abbiamo parlato molto e finalmente loro anche con Valerio, schiettamente e direttamente. Tanti errori ammessi, problemi venuti a galla, tanti sensi di colpa e cose comprese definitivamente. LORO. Sì, loro. Perchè ora che ho 27 anni e sono ridotta male, allora figlia mia torna che con te abbiamo sbagliato qualcosina. Ma non sono arrabbiata, anzi. Tutt'altro.

Mi sento sollevata. Non importa quanto tempo doveva passare, non importa il modo. Sono solo contenta che piano piano le persone a cui tengo e che dovevano capire ed accettare delle cose di me, lo abbiano iniziato a fare ora. Mamma, papà, mio fratello, il mio fidanzato ed infine io. Io dovevo essere voluta bene e amata. Ma non a parole, con i gesti. Ed ora, farmi una telefonata non sarebbe servito a nulla o a ben poco. Adesso serviva che qualcuno facesse irruzione forzatamente a casa mia per venirmi a riprendere per la punta dei capelli. Perchè io non ho la forza più nemmeno di parlare al telefono, nemmeno di cucinarmi un piatto caldo, nemmeno di alzarmi da dove sono sdraiata... E non me la so dare la motivazione del perchè sono arrivata a ridurmi così. So solo che ora sto ridotta male e mi serve aiuto.
Eve K., quella che donava tutto, è morta. Non c'è più e mai più tornerà. L'hanno ammazzata a sassate e non c'è più. Oggi ci sono Io. Me stessa. Torno dalla guerra, m'hanno liberato dall'invasione nemica. Ora torno con tante ferite, senza un arto e tanta amarezza in corpo. Ma son tornata. E' questo quello che conta. Tornare dalla guerra. Perchè c'è chi addirittura non torna più. E io invece ho la fortuna di essere ancora viva. Di non essere rimasta vittima della mia guerra, solo ferita gravemente.

Va bene così. Sono la prova vivente che a volte, la soluzione, non è uguale per tutti. Che a volte c'è chi ha bisogno di un aiuto in più e chi per niente. C'è chi deve arrivare fino all'inferno, farsi un giretto e poi risalire. L'amore non è quello dei libri. L'amore è quando, indipendentemente da cosa possiedi e cosa vuoi realizzare nella vita, accarezzi la persona che hai di fianco ogni giorno con ogni mezzo a tua disposizione. Se non lo fai, non ami.

Io ora voglio pensare a me stessa davvero, a rimettermi in sesto e a prendermi cura di me stessa, voglio coltivare le cose belle che ho dentro, fare un lavoro che mi renda soddisfatta dell'essere umano che sono. Lavorerò a contatto con la natura a 360 °. Io fortemente desidero la calma e la tranquillità. Fortemente desidero amore. Non lo andrò più a cercare, sarà dentro di me. Coltiverò il bello dentro me così che non dovrò più colmare il vuoto andando a cercare cose all'esterno. Anche se con il mio attuale ragazzo finirà, non importerà. Sarò pronta a qualunque cosa perchè io ho dato veramente qualsiasi cosa. Se indietro non mi torna nulla e anzi mi verranno avanzate ancora altre pretese... Beh, saprò cosa fare. Con serenità, senza scalpitare e disperarmi. Sarò consapevole. Che insieme a qualcuno di sbagliato ci si sente più soli che quando si è senza anima viva intorno.

Prego, ora prego, che io possa avere la capacità di distinguere sempre cosa mi fa male e cosa mi fa bene, cosa è giusto e cosa non lo è.

venerdì 5 aprile 2019

La voglia di morire che odore ha?

Me lo chiedevo stamattina, mentre ero in dormiveglia sul divano, avendo deciso di non andare a lavoro. Avete presente quando senza accorgervene vi ritrovate a pensare cose brutte che però vi fanno salire ansia perchè in fondo a voi sapete che sono vere anche se brutte. Ecco, stamattina io, così, sul divano, vicino a Jenna.
M'è partito il cervello a fare il resoconto di quest'ultimi due anni in special modo. Ma prima di parlare di questo c'è da fare una premessa.

ESSERE. UMANO.

Analizzando questa parola, mi ci sono soffermata e ho pensato: "Allora anche Jenna è un essere umano, perchè è dolce, espressiva, capisce le emozioni, è un essere umano, sì..."
E invece no, Jenna è un essere altrettanto meraviglioso, che appartiene al mondo degli animali. E' un ESSERE ANIMALE, per il semplice fatto che non può parlare, leggere, scrivere, dipingere, recitare, commuoversi per una poesia... Lei non può, io sì anche fin troppo direi. Ma il fatto è proprio questo: Jenna non è sbagliata perchè vive in base alla sua stessa essenza. Senza riuscire a fare altrimenti perchè guidata dall'istinto.
Io invece sono per l'appunto un essere umano, io, devo dare un 'senso' alla mia stessa esistenza altrimenti è persino vano esistere. Creare, inventare, fare, scegliere, scrivere... Tutto questo possiamo fare, tutto o almeno una di queste cose o cose affini ad esse.
Ecco, io, non so fare quasi nulla di tutto questo e non ho la forza e lo spirito per farle più. Io ho pensato solo:

"Ogni lavoro che faccio non vado mai abbastanza bene io o sono io che creo problemi, una relazione degna di questo nome non ce l'ho mai avuta perchè non posso aiutare ma sono malata e devo essere aiutata io, non ho nessuna abilità particolare, non sono indispensabile e fondamentale per nessuna persona esistente oggi sulla faccia della Terra... Ma quasi quasi... Non mi spiace poi così tanto morire, anzi addormentarmi per sempre. Le persone si spaventano quando pensano alla morte perchè immaginano torture e dolori atroci che precedono il momento del decesso; ma io vorrei solo addormentarmi senza alzarmi mai più, così come sono adesso, con questo rumore di caos e dormire per non sentire più niente. Niente caos, niente ansia, solo la totale inesistenza..."

Ho pensato così intensamente a questa cosa che anche se ero sdraiata con gli occhi chiusi, li ho aperti perchè mi girava tutto e il traffico delle macchine fuori dalla finestra era improvvisamente diventato un boato enorme nel quale non riuscivo più a distinguere singolarmente i suoni.

Ad interrompere questa cosa nella mia testa, non so per quale motivo, è stata Jenna come al solito, ma stavolta sono rimasta estremamente sorpresa. Però a volte, per sfuggire a qualche decisione 'pesante' (come quella di porre fine alla mia esistenza), sono persino in grado di immaginarmi le cose. Le estremizzo in positivo, così mi acquieto. Come l'episodio della signora due post fa. Magari quella stava già ridendo per aver visto Jenna, ma invece io ho immaginato tutte quelle cose. Per calmarmi, per ingannare me stessa con l'ottimismo.
Però, Jenna era sdraiata di fianco a me, col muso verso i miei piedi e io dormivo in teoria, non le stavo dando attenzioni insomma. Lei si e' girata di botto, con un mini guaito e ha iniziato a leccarmi piano, mi ha messo una zampa in faccia sempre piano e scodinzolava e faceva tutte moine e mi si è strusciata tutta addosso...
Mi sono scese le lacrime e ho pensato:"M'avrà sentito i pensieri? La voglia di morire ha un odore preciso, forte e persistente, diverso da qualunque altro? Visto che i cani sentono le nostre emozioni tramite i ferormoni che rilasciamo, allora vorrà dire che la voglia di morire rilascia tantissimi ferormoni al gusto di wasabi?"

Non lo so se Jenna m'ha sentito veramente e voleva dirmi qualcosa. Perchè ho pensato anche che io ho moltissimo bisogno di lei; lei di me ora sì, ma non necessariamente. Se io morissi, lei non farebbe troppa fatica ad abituarsi ad un padrone 'migliore', cioè che può offrirle una vita migliore. Più tempo, più coccole, più spazio, avventure migliori...
Anche i miei alla fine, non hanno bisogno che io rimanga in vita necessariamente. Anche la mia migliore amica, che ora magari legge e si incazza, però è vero, tutto scorre bene quando non ci sono io. Io servo solo a creare più caos perchè ce l'ho dentro, a mettere più angoscia perchè sono paurosa, incontrollabile, non riesco a gestirmi da sola nemmeno io, figurarsi gl'altri! Ma non lo dico come avessi 15 anni e volessi sentirmi dire il contrario. Lo dico consapevole. Ci rifletto da moltissimo tempo. Tutte le persone che ora conosco riuscirebbero ad andare avanti meglio senza me, ho perso la mia utilità. Ho la rubrica strapiena di numeri di telefono, e non riesco mai a chiamare nessuno. MAI. Ma non per colpa loro, semplicemente perchè so che 'avrebbero di meglio da fare' piuttosto che star a subire la mia angosciante presenza. A tollerarla perchè sono persone per bene ed educate.

L'altro giorno volevo provare a chiedere a una ragazza che ho conosciuto qui se potevamo andare a bere un caffè insieme. Non ce l'ho fatta. Mi sono messa a cucinare.

Stamattina sono uscita di casa con degli ottimi propositi: non salutare nessuno, non parlare con nessuno, non parlare di me se qualcuno attacca bottone. E' andata bene. L'ho fatto e mi sono sentita meglio ad avere l'espressione che rispecchiava il mio stato d'animo. Seria, taciturna. Fino a che non avrò le palle di farla finita (perchè ce ne vogliono veramente tante, un conto è dirlo, trovare il coraggio è un'altra storia) voglio adottare questo modo di stare. Perchè sento troppi scompensi emotivi; mi sento tristissima, ma in molte situazioni rido e scherzo per mascherare o per mettere a proprio agio gli altri. Basta, voglio solo stare in silenzio. Non voglio mostrarmi più positiva ed entusiasta perchè non lo sono più. Non mi va più di sorridere o ridere a cose che non trovo divertenti. Tanto, nonostante io faccia di tutto per essere apprezzata, il risultato è sempre che rimango sola e che tutti parlano di come sono magra, come mi vesto, come parlo, i capelli, tutto... A questo punto anche se dicono "che musona che sei!" è il meno peggio. Così magari mi rivolgeranno meno o per nulla la parola.

Fa sempre bene scrivere. Mi aiuta a non rimanere ferma ma ad agire. E pian piano si arriva all'epilogo, ma ce la farò!


martedì 2 aprile 2019

Wonder Woman

Vi piace la Marvel? A me sì, tantissimo. Penso che ognuno di noi almeno una volta abbia sognato di calarsi nei panni di un supereroe almeno per un giorno. Anche io, lo sognavo e ci sono addirittura riuscita a diventarci.
Quando ero una bimba... Sì, lo fui, anche se di me si pensa sempre che io sia nata "già grande". Ma lo sono stata anche io, bambina, piccola e senza difese di alcun genere. Lo sono stata, ma non ho ricordi, solo quelli brutti che mi hanno fatto crescere tanto in fretta. Ricordo i funerali, ricordo le sgridate in faccia di zie o zii nervosi perchè in fase di divorzio che io dovevo capire, ricordo bene gli schiaffi piccoli ma umilianti di mia mamma quando "ridevo troppo forte".
Mi ricordo quanto venivo lodata quando facevo qualcosa che riguardasse le faccende domestiche. A 6 anni sapevo già come si faceva il caffè. Questo me lo ricordo così bene.
"Eve prepari il caffè a papi?" - chiedeva mamma col faccino dolce, ma che dall'espressione già ti faceva capire che se la tua risposta era negativa, iniziava la bufera.
"Ma adesso mamma?"
"Eh va bene dai, lascia stare, me lo farò da solo... Sono così stanco, ma non importa, tanto devo sempre fare tutto da solo io qui..." - diceva mio padre di rimando.
A me è sempre bastato questo atteggiamento passivo aggressivo per farmi eseguire ordini, per farmi fare le cose. Ha sempre funzionato molto bene. E così fin da piccola, il mio obiettivo era compiacere chiunque sottomettendomi, essendo sempre e solo una "spalla" per il capetto del gruppo di bambini.
Sono cresciuta con questa idea fissa in testa:"Se non sei utile agli altri, allora la tua esistenza non serve".
Ed andava tutto magnificamente bene fino a che avevo da servire tutti. Le ciabatte a papà appena torna da lavoro, controllare che il mio fratellino facesse la puntura di insulina per bene, aggiornare il diarietto di mio fratello con le varie glicemie, aiutare la mamma a fare le faccende perchè se la mamma è tanto stanca è perchè tu non la aiuti mai. Da piccola i compiti erano semplici, ma mi mettevano sempre estrema angoscia. Crescendo diventavano sempre più ardui. Ed oltretutto non avevo più il faccino di una dolce bimbetta di 5 anni, bensì l'acne e lo sguardo perennemente a terra di un tipico adolescente degli anni '90. Piena crisi ormonale, piangi e ridi senza capire perchè cazzo lo fai, ti innamori anche dei passanti, hai le prime crisi da ciclo... Insomma, non era più tanto facile e divertente aiutare tutti, ma il bello è che non me ne sono mai accorta, fino ad oggi.

Non mi ero mai accorta che mi venivano posti davanti obiettivi che non erano miei, mi venivano imposti. Mi venivano imposti i canoni di vita, i canoni di bellezza... Ma a me nessun mio parente, o almeno non che io ricordi, nemmeno i miei hanno mai chiesto: "Eve tu cosa pensi riguardo questo?" Oppure: "Cosa ti piacerebbe fare nella vita?".
A me hanno dato una maschera da Wonder Woman fin da piccola. Me l'hanno fatta per regalo. Tutta impacchettata con la carta sbrilluccicante e mi hanno solennemente detto: "E' tua per sempre. Indossala."
Ed io, come se mi venisse consegnato in mano il sacro Grahl, l'ho guardata la maschera, era troppo grande per il mio viso, ma ero euforica perchè troppo piccola per capire e la indossai.
Da piccola la tiravo fuori solo a volte.
Più crescevo più ricorrevo alla maschera per sentirmi più serena e accettata dal mondo intero; perchè notavo e mi facevano notare che andava tutto meglio quando non ero me stessa fondamentalmente.

Andava tutto molto meglio quando sorridevi invece di ridere a crepapelle, andava tutto molto meglio quando invece di quei capelli alla cazzo di cane passavi ore in piedi davanti allo specchio del bagno a piastrarti i capelli perchè sennò ti dicevano che eri disordinata, era tutto molto meglio quando la mamma si scocciava di farti il pranzo o se ne dimenticava e tu dicevi "fa niente".

E mi è rimasta su la maschera. E' arrivato il giorno in cui me la volevo tantissimo togliere, ma tutti intorno a me continuavano a trattarmi da Wonder Woman, mi indicavano tutti "Eccola! E' lei! Finalmente qualcuno che risolverà tutti i nostri problemi!"

E così in ogni posto in cui andavo, e così con ogni persona con cui mi approcciavo.

Troppo impegnativa per essere avvicinata da belle persone, che difendono la loro felicità, il loro "bello", ed io non rientro in quei canoni. Mi guardavano e sicuramente pensavano:"Questa ragazza ha bisogno di essere aiutata, meglio andarsene prima che lo chieda a me". E io penso che abbiano fatto bene tutti, ognuno di loro. Si deve difendere il bello, senza farselo rovinare da chi pace non ne trova.

Mi hanno sempre voluto vicino persone che potevano sfruttare la mia inesauribile voglia di fare, il mio entusiasmo, la mia creatività, il mio coraggio, la mia intraprendenza.

Del resto, ero vestita H24 come Wonder Woman. Anzi no, mi correggo, io ERO Wonder Woman. Io sono quella che si butta tra fidanzato e amico del fidanzato per farli dividere, si prende le botte perchè sta in mezzo e poi si riprende le botte perchè non si deve intromettere.
Io sono quella che va dalla madre (56 anni) del proprio fidanzato e la consola perchè il proprio figlio è un povero testa di cazzo.

ORA BASTA.

L'ho tolta, non la voglio più quella maschera. Wonder Woman, il mio alter ego bruttissimo, si prende una pausa.
La userò all'occorrenza, la maschera. La userò quando avrò mio figlio appena nato tra le braccia e non saprò cosa fare. La userò quando darò inizio al MIO progetto. La userò quando sarà tutto molto ma molto più difficile di come è oggi.

Vado a preparare la cena ora. Stasera ho già il menù pronto. Miracolo.

Buona serata a tutti voi che leggete!

mercoledì 27 marzo 2019

Per chi si ferma a leggere

Prima di tornare a scrivere qui, tre post fa dunque, ci ho riflettuto un pò. Ora vi dico cos'è successo. Non scrivevo più dal 2014, sono passati quindi 5 anni. Sono molti, non sono pochi mesi. E sapete cosa mi sono chiesta come prima cosa:"Chissà se le mie amiche di blogspot sono ancora lì..."

Sì, mi chiedevo di voi, lettori e lettrici. Mi chiedevo come stavano nella loro vita adesso, tutte quelle persone che attivamente hanno commentato i miei post, scritto mail o addirittura parlato di me in qualche loro post, e anche di quei lettori e lettrici che invece (chi può saperlo) silenziosamente mi hanno letto e magari hanno preso spunto da una cosa che ho scritto e l'hanno trovata utile.
Ecco, io mi sono chiesta questo. Se eravate guarite/i, se stavate ancor più infognati di me nella malattia (ognuno ha la sua), se avevate raggiunto traguardi enormi, se vi ricordavate chi siete o se avevate dimenticato tutto il brutto del passato.
Ho fatto un piccolo giro in alcuni profili, ma ho smesso quasi subito per concentrarmi su ciò che avevo bisogno di scrivere.
Mi ha fatto immensamente piacere leggere sotto il mio primo post dopo 5 anni il commento di se fossi fuoco arderei il mondo. Non ho mai incontrato nessuno di persona da blogspot, ho sempre preferito rimanere nell'anonimato in tutto e per tutto e così continuerà ad essere. Però devo ammettere che in base ai contenuti dei post di ciascuno/a, riuscivo ad immaginarvi e ci riesco tutt'ora. Non riesco bene ad immaginare i lineamenti del vostro viso, la vostra corporatura, ma riesco ad immaginare bene l'indole, il carattere, le espressioni facciali che fareste se ci sedessimo a chiacchierare e bere tè.A lei, ad esempio, avrei sempre voluto chiederlo, di incontrarci, perchè leggendo i nostri post, sembra che io ho ciò che serve a lei e viceversa. E molte volte sento una spinta fortissima nel voler risolvere i problemi di tutti, nel voler intervenire direttamente e anche in maniera invadente per aiutare chi si trova in difficoltà... Però, noi guerrieri dobbiamo fare da soli. Il blog ci aiuta, e poi noi decidiamo come agire. Perchè magari la MIA soluzione, non è la TUA soluzione. Perchè magari io per guarire dalla malattia ho deciso di prenderla di petto, mentre altre personalità hanno bisogno di calma, quiete, pazienza... E io mi sento un pò come una fiamma libera, che ti può riscaldare ma può anche bruciarti vivo senza che fai in tempo ad accorgertene. Ecco, un altro mio limite che ho scoperto da poco: non agire per paura di sbagliare. Sta succedendo così, con le persone.

 Questi angoletti ce li ritagliamo noi per mille motivi diversi e vanno rispettati. Dietro questa tastiera e questo schermo, sono davvero libera di essere come voglio, COME SONO. E qui, dai miei amici di blog, riesco a sentirmi incoraggiata, abbracciata, coccolata, lodata. Ed è di questa positività che voglio fare indigestione.
Io lo scrivo qui, lo dico come consiglio a voi, ma in realtà me lo sto dicendo da sola: ce la possiamo fare. La vita è molto bella, dobbiamo solo RE-IMPARARE a viverla. Dobbiamo guardarci nello specchio e anche se ci vediamo la ciccia, i brufoli, le ossa, le occhiaie, i peggiori difetti del mondo... Beh, siamo noi. UNICI. INIMITABILI. E ve lo dico io, che sono passata dalla ciccia alle ossa e indovinate un pò? Non mi andavo bene in nessuno dei due casi. Oggi, non mi importa più. Oggi sono tutt'ossa e non vado bene nemmeno alla società perchè ho poco seno, poco contenuto. Prima ne avevo troppo. Oh mannaggia.
Tutto questo per dirvi, che chi si deve davvero andar bene, siamo noi. In base ai nostri canoni, le nostre idee, la nostra personalità (da delineare e tenere ben stretta).
E l'unico motivo per cui mi vado bene è che ho capito che qualsiasi persona (anche la famiglia) dà opinioni, consigli e giudizi, ma la verità la sappiamo solo noi, dentro di noi. Solo noi lo sappiamo quanto fa male sentirsi una balena, quanto si soffre ad imporsi di stare a digiuno ogni fottuto giorno che Dio manda in terra, lo sappiamo solo noi il tipo di sofferenza infida che ci dà questa malattia, lo sappiamo solo noi cosa vuol dire fare a pugni con se stessi nella testa e alcuni anche fisicamente, lo sappiamo solo noi che bufera stiamo attraversando. E se mentre sei nella bufera, qualcuno ti dice che in realtà stai solo facendo una passeggiata sotto la neve... Beh, io direi solo che non capisce. Perchè poi tanto ognuno si crea le sue certezze per nascondere le proprie debolezze. Ho capito che la persona che mi reputa stupida e lagnosa perchè 'faccio storie per mangiare', si pensa più forte di me perchè riesce a cibarsi senza problemi, riesce a soddisfare uno dei primi 3 bisogni PRIMARI E FONDAMENTALI dell'essere umano così, come fosse una passeggiata. Io a mangiare a cuor leggero ancora non ci riesco benissimo, ma ci arriverò. Riconquisterò il mio sacrosanto diritto a godere dei piaceri del palato. Perchè è buono il cibo e non mi danneggia, mi aiuta solo ad avere energie da usare durante il giorno. E poi noto che le stesse persone che direttamente o indirettamente mi giudicano per via della mia magrezza e della mia "inappetenza", sono le stesse che vengono a bussare alla mia porta per consigli di vita, consigli su situazioni quotidiane semplici, consigli e suggerimenti per ogni problema. E io ho sempre una risposta e se non ce l'ho lì per lì, con la logica, la trovo.
Come si chiama questa cosa? Compensazione? Ho 'compensato' la fame fisica con il 'sapere' generale? Con l'intelletto? Ho dato da mangiare solo al cervello con di tutto e di più e ora ho il cervello che esplode di roba, come se avessi 50 anni? E di tutto questo sapere, cosa me ne faccio ora? Perchè io so di tutto un pò, volendo saprei anche come effettuare un furto. Me lo sono fatta spiegare un giorno per ammazzare la noia mentre ero 'costretta' a stare seduta di fianco a sta persona. 
E quindi cos'ho fatto io per 27 anni? Chiuso lo stomaco per aprire la mente? Che cazzo avevo in testa?

Ora è tardi, devo iniziare a fare la cena, farmi la doccia e tante altre cose. Vi voglio bene persone che leggete.

martedì 26 marzo 2019

Primavera

"L'arrivo della Primavera mi mette tanta debolezza fisica quanto spensieratezza. Oggi però, nel cielo azzurro tutto limpido, c'era una nuvola. Là, in un angolo. Tu guardavi, tutto sole, tutto azzurro limpido e poi quella nuvola. Disturbante. Che cazzo di novità è mai questa? Ho chiamato il numero delle emergenze e l'ho fatta togliere. O tutto grigio o tutto azzurro. Tutto schematico, tutto preciso. Tutto programmato, nessun fuori programma."

Ma a me avere tutto programmato, ultimamente,mi dà così fastidio perchè mi ricorda tanto la mia malattia... Così come rimanere fermi immobili davanti agli eventi che scorrono, come se per davvero non ci si può far nulla...

Che poi, c'avete mai pensato a cosa vuol dire davvero l'espressione "rompere il ghiaccio"? Più che 'rompere il ghiaccio', credo che d'ora in poi, per quanto mi riguarda, userò l'espressione 'rompere il TUO ghiaccio'. E mi è venuto in mente come un lampo di genio, un giorno, passeggiando con Jenna.

Davanti casa mia c'è una villa familiare, enorme. E' bellissima, soprattutto il giardino tutt'intorno, con un albero di Magnolia che straborda di fiori grandi e rosa. Nessuno saluta mai qui, ognuno si fa i fatti propri, e pian piano ci sto riuscendo anche io. Mi sto adattando a questa città come solo un vero camaleonte sa fare. Stando attenta stavolta però, a non finire vittima del mio stesso adattamento, ricordandomi sempre chi sono, perchè sopporto, perchè tollero, perchè mi adatto e a cosa dovrà portare questo mio adattamento TEMPORANEO.
Solo che a volte succede, soprattutto da quando ho Jenna, che sono meno concentrata a 'non sbagliare', sono più leggera, sono talmente concentrata su di lei che mi stacco da me e sono con lei. Sono di fianco a lei mentre annusa l'erba, sono con lei mentre gioca, sono nel suo sguardo, nella sua testa, nei suoi occhi, nelle sue zampe. Sono un tutt'uno con questo animaletto bellissimo che m'insegna a sentire i miei istinti, i miei bisogni, mi aiuta ad ascoltarmi... Ed eccole le lacrimucce che scendono mentre scrivo di Jenna; come sempre, quando vado a stuzzicare la mia piccola parte 'buona', succede cosi.
Ad ogni modo, un giorno, mentre Jenna metteva le zampe anteriori sul muretto della villa per sbirciare meglio cosa facesse la signora, si è voltata e l'ha vista. L'ha vista lì, con le zampacce sul suo preziosissimo muretto. In volto, la solita tipica espressione austera, pronta all'ammonimento, pronta a difendere il suo castello... Ero divisa a metà, sapevo che avrei solo dovuto chiedere scusa cento volte a testa bassa trascinando via la mia cagnolina. Ma ero così intenerita dall'espressione di Jenna nel vedere quel giardino enorme, che ho sorriso e ho detto solo "Buongiorno!" ed è qui che si è palesato il miracolo. E' come se il viso della signora si sciogliesse, o meglio, s'incrinasse, spaccando la superficie di ghiaccio sulla faccia. Era come se vedessi il viso, cadere pezzo pezzo, prima un sopracciglio inarcato, poi lo sguardo a fessura... Tutto giù, a lasciar posto ad un viso roseo, dai lineamenti dolci, il tutto incorniciato da un sorriso sincero.
E potevo quasi vedere le goccioline di ghiaccio cadere a terra, e potevo quasi sentire il sollievo di quella signora per non avere più quella lastra pesante e gelata sulla faccia. Era come se mi si facesse tutto chiaro d'improvviso. Che non è nostra volontà, chiuderci dentro quattro mura di cemento, che noi siamo Natura e a forza di vivere nel cemento è come se te lo mangiassi tutti i giorni e se vai a cagare o vomiti sempre cemento esce. Come una specie di intossicazione. Un cancro che lentamente intaccherà la tua vita intera: ciò che dici, ciò che fai, cosa e come pensi, i tuoi obiettivi, i tuoi valori, la tua moralità. Tutto. Qualsiasi cosa.
Dopo questo triste e cinico quadretto, voglio scrivere una cosa per ricordarmela quando succederà che mi sentirò di nuovo persa.

"Tutto ciò che devo fare è guardare oltre il muro."

Mi devo sempre ricordare di rimanere LIBERA nella testa. Così nessuno riuscirà a fermarmi, nessuno riuscirà a mettermi a terra. Nemmeno io stessa, non più, non voglio più.

Settimana scorsa ho gridato al telefono a mia madre. Mentre lei blaterava convenevoli e seghe mentali, l'ho interrotta, ho iniziato a parlare a raffica come sempre, ma stavolta le parole erano chiare, precise, severe ma giuste come direbbe qualcuno. Mi sono piaciuta. Sì, mi è piaciuto dirle "ora tu la smetti di parlare e fai parlare me". E via giù a valanga a farle esempi di quanto mi rendesse difficile l'esistenza ed infine "IO ESISTO, mamma. Se non ti sta bene, ti dà noia, o pensi che io dia fastidio al mio fidanzato, la sua famiglia o chiunque altro, non ci venire a trovarmi e continua a fare come hai fatto fino ad oggi che così ognuno se ne sta a casa propria. Perchè io continuo ad esistere anche senza i vostri abbracci e il vostro affetto."
Non è importante la frase, non è bello che io abbia messo a tacere mia madre, non è bello aver avuto l'ultima parola. E' stato bello pensarlo e poi dirlo. E' stato bello pensare che avessi tutto il diritto di pronunciare quelle parole. E' stato bello sentire ogni cellula del mio corpo che lo gridava insieme a me. E' stato bello esserne pienamente convinta.
Nessuno, NESSUNO, nemmeno nostra madre può dirci come esistere, quanto spazio occupare e vicino a chi stare. Se nemmeno nostra madre, figuriamoci gl'altri, quelli che passano in strada e magari ci urlano dietro: "cicciona!" oppure "che manico di scopa!". Noi dobbiamo piacere a NOI STESSI e dobbiamo costruirci mattoncino per mattoncino da soli. Sì, perchè sono poche le persone che hanno il lusso di essere aiutate da altri nella loro crescita personale e lavorativa. Noi dobbiamo fare da soli.

Mi piace parlare al plurale qui, a volte, mi fa sentire meno sola. Mi fa sentire che qualcuno forse è nella mia stessa situazione e magari si sentirà meno solo anche lui.
Sto mangiando di più, ebbene sì. Se mi va e ci riesco, ogni tanto scrivo anche se riesco a prendere qualche chilo, ma non voglio pormi obiettivi. Cerco di prendere tutto easy, vediamo cosa succede. Vediamo cosa succede vivendo e basta.


giovedì 21 marzo 2019

HELLO DARKNESS, MY OLD FRIEND

Sento la necessità di tornare qui. Di tornare a scrivere per farmi leggere da chiunque, nell'anonimato. Adesso basta scrivere su pezzi di carta che poi tanto metto in tasca oppure butto. Adesso basta. Sono sempre io, Eve K., sono solo cresciuta un pò, ho 27 anni adesso. E mi sto iniziando a curare adesso dai maledetti disordini alimentari e varie altre meravigliose complicazioni che ne derivano. Abito in una città ora. Una Città con la 'C' maiuscola. Sì, perchè non c'è altro che città qui. Se alzo gli occhi verso il cielo, non lo trovo mai, trovo un lenzuolo grigio un pò troppo pesante sopra la mia testa. Se cammino a testa bassa i  miei occhi incontrano solo pezzi d'asfalto e marciapiedi. Se cammino normalmente e incrocio lo sguardo austero di qualche passante mi intristisco a morte.
Dovrei stare bene. Col mio ragazzo, dovrei. Peccato che mi abbia a cuor leggero buttato in un suo progetto che sta andando miseramente a puttane e ora fa spallucce. Peccato che i miei genitori quando mi chiamano sia solo per chiedermi favori o come sta il loro fenomenale genero. Peccato che io sia così cinica sola e bastarda che nessuno abbia la benchè minima voglia di bere anche solo un caffè con me. Perchè io dico sempre tutto in faccia, perchè io sono nervosa, perchè io arrivo a fine giornata sconvolta come se uscissi da una tazza del cesso come in 'Trainspotting', peccato che io, AIUTO, non so come chiederlo. Perchè io arrivo sempre al mio limite massimo, anzi, io sembro proprio non averne di limiti. Sono una supereroina, una super donna venuta al mondo per donare, per DARE, DARE TUTTO. Non m'appartiene niente, a me. Devo dare tutto, senza mai avere, come una condanna lenta lenta e infinitamente crudele. Come una goccia cinese. Che sembra non fare male, ma piano piano, senza che te ne accorgi, muori.
Io adesso sono arrivata a sentirmi così. In bilico tra una fine cruenta ma lenta e tra sfondare tutto e scappare ancora. E ancora. E ancora.
Come faceva quella canzoncina nella mia testa quando avevo 15 anni e facevo le scale avanti e indietro per perdere peso? "Su e giù, su e giù, sali sulla bilancia, pesi troppo, hai fallito, ricomincia, su e giù, su e giù..."
Un dolcissimo e rassicurante moto perpetuo che alimentavo e tenevo stretto stretto a me perchè al di fuori di me era tutto CAOS.
E lo sapete forse qual'è il fatto? E' che sarà sto disordine alimentare di merda che mi tiene qui. Che mi ha sempre tenuto appena sopra al fondo. Raso terra. Che io oggi dico "aiuto per favore, qualcuno mi aiuti a guarire, fatemi uscire dalla mia testa, peso troppo poco, non riesco a reggermi in piedi, a fare le cose, sono inappetente in ogni circostanza, aiutoooo!" , ma mi arrivano risposte come se io stia mentendo, perchè se un'anoressica sta male, deve stare rannicchiata sul divano a piangersi addosso dicendo che non le vanno i vestiti.
Io non ce l'ho un disordine alimentare perchè io esco da sola ogni giorno, io faccio tutto, io faccio la spesa, vado in posta, porta a spasso la mia dolce cagnolina che qui chiamerò JENNA... Ah si, JENNA. Non posso non parlarvene, lei l'ho presa a Gennaio di quest'anno, sono corsa a prenderla perchè volevo farla finita e basta, stavo impazzendo. E allora siccome io ho una specie di forte senso di sopravvivenza, mi sono fatta 2 ore di macchina ad andare, 2 a tornare ed ora è la mia compagna di avventure. Anche se ne ho poche di belle avventure qui. Ma con lei ci facciamo le risate, parliamo di tutto... Sì, sono pazza, ma mi fa stare bene parlare con lei, vedere le espressioni che fa e scambiarci tante coccole affettuose. Mi rammarico solo di non poterle dare qualcosa di migliore, tipo un luogo migliore in cui vivere, una padrona più calma e più serena... Però lei mi sprona molto a non lasciarmi andare alla depressione ma a continuare a coltivare l'Amore e la mia sensibilità.
Io ora sono confusa, sto male, ma io sono anche quella che nello stare male, vede sempre una mini luce là in fondo. C'è una piccola lucina, sempre. Stavolta non viene dalle persone attorno a me, una parte lo so già che viene da Jenna. Un'altra parte devo averla avuta io da sempre in me, ma non c'avevo mai creduto veramente. Ora che sono completamente sola, riesco a vederla. A volte ci faccio addirittura affidamento. Però tutte le persone che ho intorno adesso, mi riportano prontamente coi piedi per terra, sono subito pronti a buttar giù i miei stupidi castelletti di sabbia, pronti a denigrarmi per spronarmi per il mio bene, pronti ad azzannarmi perchè così magari mi do una calmata... Mi devono tenere buona a me, mi devono contenere, gli altri.
Sono... Una persona sbagliata? Esistono persone sbagliate? Sono la prima? Esistono le persone 'individuali'? Quelle che sono destinate a spegnersi da sole, a darsi fuoco per rinascere fino a un tot di volte e poi basta? Come i grandi artisti, Van Gogh e tanti altri, che non li capiva mai nessuno e stavano quasi sempre da soli e finivano per suicidarsi o ammalarsi e noi oggi studiamo le loro opere perchè oggi significano qualcosa... Io ho iniziato a dipingere, a fare kick boxing, a scattare foto con una vecchia Polaroid che qualcuno ha trovato e voleva buttare.
Dei miei dipinti il mio ragazzo chiede 'cos'è?', della kick boxing 'non arriverò mai a alti livelli', delle foto si limita a sorridere... Forse perchè è lampante anche a lui, a tutti. Che io mi impegni, ma non abbia passione per nulla. Che io mi sforzi, per raggiungere risultati mediocri, perchè forse lo sono, mediocre.
Ma allora mi domando cosa si deve fare. Cosa si deve fare per stare bene? O meglio: le persone come me, che cazzo fanno per stare bene? Senza soldi, senz'amore, senza cibo, senza riposo, senza famiglia, senza casa... Come si sta bene?
Mi sono persa raga, non mi ricordo più chi cazzo sono, da dove vengo, dove stavo andando e perchè. Non me lo ricordo, è come se me lo fossi scordata lungo il tragitto per aiutare chi incontravo ferito lungo il mio cammino. Solo che io mi scordo sempre che una volta guarita la ferita, la gente corre via contenta, spesso senza ringraziare, dando persino per scontato quell'aiuto. E tu rimani indietro, col fiatone,senza forze. E se rimango IO senza forze, chi mi aiuta a me? Dove le trovo, io?
L'ultima psicologa da cui sono andata qualche settimana fa (era la prima volta che mi vedeva), mi ha fatto una specie di ramanzina sul fatto che le cose si fanno senza mai aspettarsi nulla in cambio, altrimenti sei brutta e cattiva perchè vuol dire che le stai pretendendo... Quindi è questo? Le ragazze anoressiche pretendono, controllano, attaccano, sbraitano, scalciano, aggrediscono... Sono lo scarto della società le ragazze come me? Sono persone estremamente cattive travestite da brave donzellette esili? Questo sono, IO? Una persona cattiva, inopportuna, una folle?
E' arrivato il momento di andare al parco con Jenna, bevo un tè caldo e si va...

Non concludo il post con nessun augurio, nessun 'buona lettura e commentate per favore', perchè tanto, se qualcuno vuole leggere lo fa, se vorrà commentare lo farà.