giovedì 31 ottobre 2013

La mattina

Sono le 13 qui a Dublino e io sono ancora nel mio letto, con le tende chiuse. Tanto la luce entra uguale.
Tra poco, dopo aver parlato al telefono con la mia migliore amica, accenderó la TV e guarderò dei fantastici telefilm che si suppone facciano ridere.

Io non so perché. Non so perché non riesco a stare completamente sola. Non so perché ho questo bisogno di protezione. Di sentirmi considerata.

Sapete una cosa? Freddie, quel mio "amico" su cui ho scritto un post. Mi ha detto che non lo devo più cercare. Perché?
"Sai, da quando mi hai detto che stavi per suicidarti... Ecco, io non penso di poterti aiutare."
Il bello è che... Cavolo, gli ho confidato tutto. E lui:"So come ti senti, anche io alla tua età ero cosi, bla bla bla, ti aiuto io."

Certo. Si. Una sola cosa ho capito: non bisogna fidarsi proprio di nessuno. Che tanto a nessuno importa niente di noi. Non importa nemmeno se muoriamo sfracellati sotto un camion.

Io capisco che non è facile avere a che fare con me... Però... Mi dispiace che devo sempre essere 'abbandonata'. A me dispiace essere così, magari sono anche noiosa.

In questi giorni e da quando ho scritto quella frase in un vecchio post... Non posso fare a meno di pensare a James. Chissà cosa fa, come va il lavoro e tutto il resto. Che alla fine... È vero che  a volte diceva frasi che mi infastidivano, ma... È pure vero che passava i pomeriggi a perdere tempo con me, ad ascoltarmi e a cercare una soluzione ai miei stupidi problemi. E devo ammettere che... Mi è mancato. E mi manca, ora, tutto ciò. Perchè quello che diceva era per cercare di scuotermi. Quindi, please, se leggi, scrivimi. Tanto lo so che hai ancora il mio numero. Grazie.

Pensavo di tornare in Italia. Ma poi pensavo che forse è meglio di no. Ma qui... Ho solo la città. Niente altro. Non lo so.

Io spero che non mi stia venendo la depressione.

Intanto il mio digiuno va avanti, non mangio da 24 ore. E vorrei tanto un cappuccino... Di quelli buonissimi che fa il mio collega al lavoro... E vorrei berlo nel locale in Grafton Street con qualcuno... O anche da sola va bene... Ma oggi no. Oggi non mi muovo dal letto.

Un abbraccio a tutti.

mercoledì 30 ottobre 2013

Blue

Ho deciso che la prossima volta che mangeró sarà quando avrò fame davvero. Ho deciso di non mangiare più perché almeno ho qualcosa su cui concentrarmi. Ho deciso di non mangiare più per non spendere soldi. E per dimagrire. E sparire.

Sto cercando una nuova casa perché massimo entro fine novembre devo lasciare questa.
Sto cercando un altro lavoro perché questo non basta.

I miei non mi parlano più.
Sono sola.

Chissà se James mi legge ancora... Non credo, gli ho detto che non volevo più... Cioè, cavolo, sono un'idiota. OK.

Domani rimarrò nel mio letto tutto il giorno. Che gran bella cosa.
La mia vita fa davvero cagare.

lunedì 21 ottobre 2013

Psicologi a Dublino

Mi hanno vivamente consigliato di andare di nuovo da uno psicologo.
OK. Ho contattato una psicologa che effettua sedute anche in italiano, a Dublino centro. Mi ha risposto alla mail e mi ha chiesto il numero di telefono. Ha detto che mi chiamerà oggi.
E sapete una cosa? Non voglio andarci. Non mi va.
Non per il prezzo, perché ha detto che il prezzo lo fa in base alle possibilità del cliente.
Non mi va di curarmi. Non mi va di andare li e rispondere alle domande oppure dire cosa mi faccio, come mi comporto. Non mi va di spogliarmi e farmi prendere le misure del corpo. Non mi va di sentirmi dire:"Puoi farcela." Quella maledetta bugia. O sentirmi dire che devo prendere dei farmaci.
Questa cosa mi preoccupa. Il non volermi curare. Insomma, prima volevo almeno provarci. Ho già mollato così presto?

Poi. A me servirebbe una vita equilibrata e regolare. E invece cosa vorrei, ora, in questo preciso istante? Tutto ciò che sconvolge qualsiasi equilibrio. Voglio essere cosi stanca da non riuscire nemmeno a pensare. Voglio fare tutto quello che non ho mai fatto. Voglio bere, sballarmi e fumare.

Ieri ho dato da mangiare ad un barbone. Mi faceva troppo pena. Gli ho dato un sandwich che mi hanno regalato a lavoro.

Ora finisco di pulire la mia stanza, poi forse vado a fare un giretto in città. Anche se oggi c'è un brutto cielo ed è umidissimo. Brrrr.
Ciao ragazzi, a presto. Spero. Fate i bravi.

venerdì 18 ottobre 2013

Il fiume

Due giorni fa, passeggiavo da sola, di notte, lungo il fiume. Non c'erano le nuvole, quindi si vedeva la luna riflessa. Mi sono fermata, appoggiata alla ringhiera e ho iniziato ad osservare. Lo scorrere lento e placido del fiume, le luci dei locali riflesse, l'acqua scura... Dev'essere freddo là sotto... Dopo qualche minuto ho pensato:"E se mi buttassi...?"
Stavo li, appoggiata alla ringhiera, indecisa. Come quando sei in gelateria e non sai quale gusto scegliere.
"Ma chi se ne accorgerebbe...?"
La risposta è stata NESSUNO. I miei mi avevano dato la buonanotte, alla mia migliore amica non funzionava il cellulare, Freddie era impegnato a lavoro, l'altro ragazzo mi cerca quando capita. Non se ne sarebbe accorto nessuno. Almeno non prima di due o tre giorni. Il mio cadavere sarebbe arrivato dritto dritto al mare, congelato magari.
Il seguente ragionamento, mi ha messo ancora più tristezza.

Una cosa che potrei fare è dimagrire.
Poi andare a vedere un museo che mi interessa.
Poi comprare un altro libro. Devo decidere quale.
Poi potrei andare in una zona dell'Irlanda che non ho ancora visitato.
Per far questo dovrei mettermi dei soldi da parte.
Poi proporró al mio capo se posso cucinare un piatto italiano da inserire nel menu, magari modificandolo in base ai gusti dei clienti irlandesi.
Poi posso farmi una bella acconciatura ai capelli.
Poi posso portare il cibo che mi regalano a lavoro a dei barboni.

Poi potrei evitare di morire. Si dai. Quanti buoni propositi.

martedì 15 ottobre 2013

Il grande Gatsby

Si, ho comprato un nuovo libro. Non avevano 'Brida' e così ho preso 'Il grande Gatsby'.
Che noia. Che schifo tutto. Sono talmente apatica che non ho nemmeno la voglia di tagliarmi. Il che è tutto dire.
La mia vita non ha uno straccio di senso. Non riesco a dargliene.
Andrà a finire che mi ammazzo per davvero.
Vita di merda. A saperlo che crescevo cosi disturbata, mi sarei impiccata col cordone ombelicale.

lunedì 14 ottobre 2013

Book shop

Ho appena finito di leggere "The Alchimist". Bello, mi è piaciuto. Domani compreró un altro libro. 'Brida' con tutta probabilità. Sempre di Paulo Coelho.
Sono stata a casa quasi tutto il giorno. Ieri sono andata a letto all'una, non so perché. Stavo sbirciando annunci per trovare una casa più vicina al mio lavoro. Ho mangiato tantissimo ieri e l'ho fatto anche oggi. Credo (spero) debba venirmi il ciclo. Stamattina sono rimasta nel letto fino a mezzogiorno, mezza dolorante. Poi sono scesa a mangiare e ho mangiato 6 toast e una mela, frazionati fino alle 18. Mah. Che alimentazione di merda.
Mi sono pure fatta la ceretta, così, tanto per passare il tempo. Poi mi sono allisciata i capelli e truccata bene. Così. Per me. Per andare a leggere nel bel coffee shop in Grafton Street, quello che rimane aperto fino a tardi.
Alle 6 PM sono andata in fermata. Arrivata nel locale ho preso un latte macchiato e una mini tortina al limone che andranno ad incollarsi sui miei fianchi e sul mio culo. Ma va beh. Enjoy.

Alle 9.30 PM avevo finito il libro. Wow. Mi incammino verso una fermata del bus a caso. Passeggio piano. Fa freddo, ma non così tanto. Non come fa freddo dentro me e dentro alcune persone che vedo passare.
Scendo dal bus, con la musica nelle orecchie. Brian Molko dice qualcosa su 'fix the pain away'. Io cammino per le strade desolate del mio quartiere di periferia, occhi al cielo. Chiedo 'perché?'. Nessuna risposta. Però si vedono le stelle pure stasera. Pure da sola.

Mi scrive mia madre su whatsapp:"Buonanotte!"
"Notte genitori, vi voglio bene, a domani"
"E noi ti amiamo.. A domani!"

E noi ti amiamo. E noi ti amiamo. E noi ti amiamo, continuo a ripetermi nella testa.

sabato 12 ottobre 2013

My sweet prince - Placebo

C'era una volta il 1992, quando sei nata. Avevi i capelli rossi e tutti dicevano che non eri di lì, ma di qui, del nord.

C'era una volta il 2013, che ti sei trasferita in Irlanda e sei tornata in patria.

Negli anni '90 c'eri tu. Perfetta agli occhi di tutti.
 "Lei si che è brava".
E tu dentro avevi il casino. A casa stavi con le lacrime agli occhi, i digiuni, l'eterno e implacabile senso di colpa per cose che avevi anche solo pensato di fare. Ti sei uccisa milioni di volte dentro casa dei tuoi genitori. Il silenzio, il tuo miglior alleato. La repressione, la tua condanna.

Poi c'era l'anno in cui sei scappata da tutto questo. Un pó impaurita, piena di sogni e speranze.
SEI SOLA QUI.
C'erano i pacchetti di fazzoletti sprecati per lavare i nostri peccati. C'era il tuo protettore che è diventato il tuo carnefice e te che non sapevi che fare.
CONFUSA è la parola che ti si addice di più qui.
C'era lui che "cavolo, quanto mi piace quando sorride". C'eri tu che parlavi troppo ed eri così schifosamente romantica.
C'era lui che cambiava mete immaginarie ogni giorno. Una volta Canada, poi New York e l'ultima persino Australia. C'eri tu che lo ascoltavi, che volevi che stava bene. Che dopo un pó hai smesso di sperare in una frase dolce e ti accontentavi delle carezze, dei baci, degli abbracci notturni senza dire una parola.

C'eravamo noi vestiti o nudi sotto quel grande piumone grigio scuro a guardare le luci di Dublino che si spegnevano dopo la mezzanotte. Guardavamo lo Spire e le nuvole dalla finestra di casa tua, ma soprattutto guardavamo le stelle. "Devo farti vedere una cosa", dicevi. Io pazientemente aspettavo e si vedevano le stelle per davvero. Pure da quaggiù.
C'era il mio trucco nero sbavato sotto agli occhi, i miei capelli sfatti e tu che dicevi solo "Alla prossima, grazie per stanotte". E io pensavo, tutte le volte, come sarebbe stato bello se ti fossi fermato 5 minuti in più. Solo 5...
Aspetto quel giorno. Aspetto un fiore. Aspetto un vero invito a cena. O a ballare. O a fare una passeggiata. Oppure un bel messaggio per sapere dove sono. Se magari sono nei guai.

Qui è così facile perdersi. La notte, quando fa freddo. E l'unica cosa bella è un libro che hai comprato la mattina e la speranza di incontrare una persona per bene che ti offra da bere.

C'ero io col mio lavoro tosto e le poche mance per prendere il bus.
C'eri tu col tuo lavoro full-time e sempre tanto da fare.

Eravamo solo noi e questa città, che ci ha fatti incontrare. Ma a te non importa. Non importa a nessuno davvero. C'è chi va e chi viene qui; Dublino è un porto. Solo io ci rimarrò per sempre a consumarmi e ad amarla come non ho mai amato e mai amerò niente e nessuno.

Grazie Dublino, per la via d'uscita. Grazie per avermi presa. Grazie per la libertà infinita. Grazie perché qui non c'è limite. Grazie perché sarò tua prigioniera per sempre. Grazie per le canzoni nei pub, la notte. Grazie per le birre che riscaldano. Grazie perché mi metti paura ma non troppo. Grazie per la pioggia delicata.
Grazie perché non mi fai mai piangere, anche quando tocco il fondo.

martedì 8 ottobre 2013

You know what, irish girl?

Scusate la mia assenza. Di nuovo.
Innanzitutto, grazie per i consigli che mi avete dato nei commenti al post precedente. Sono riuscita a fare quel che ha detto Viellina per qualche giorno. E grazie a tutte,davvero.

Sto leggendo "The Alchimist" di Paulo Coelho. In inglese. Che bello, capisco tutto. E la storia mi sta piacendo molto.



 L'ho comprato ieri a 5 euro in un book shop e ho iniziato a leggerlo in un coffea shop, per rilassarmi. Si, dai, posso farlo. Posso fare... Quel che voglio.
Ho comprato anche un paio di vestiti. La maglia dei Ramones ad esempio!




Non fate caso allo schifo che faccio, a quanto sono grassa e al casino della camera. La maglia merita comunque.

Due settimane fa è venuta a trovarmi mia madre. Lei, ha disintegrato il precario equilibrio che mi ero a malapena costruita. E, oltretutto, mi ha detto che sono ingrassata. Che "se ho le 'forme mediterranee' non posso farci nulla e devo accettarmi così". Mamma. Insomma. Vai a cagare. Te e le tue fisse. Le tue manie. 
La sua visita mi ha inspiegabilmente dimostrato che... Ahimè, il periodo dell'anoressia... L'ho vissuto a causa sua. Insomma, io sono la prima ad assumermi le mie responsabilità, non mi piace dare la colpa ad altri per mancanze mie. Però... Lei ha contribuito notevolmente ai miei disordini alimentari. Tutto qua.

[...]

Io che prendo un cappuccino in Thomas Street, seduta su un divanetto a leggere. Poi il locale chiude. Sono fuori, è buio, sono sola. Dove vado? Cammino senza meta. Mi siedo su una panchina a leggere, ginocchia al petto. Si avvicinano persone a chiedermi soldi, sigarette, accendini, "cosa ci fai qui da sola, ragazza di Dublino?". Corro via. Non so dove andare. Squilla il telefono. "Dove sei bimba?". A prendere freddo, da sola, ho paura, posso dormire da te, ti prego. "Sono in giro e tu?"
"A casa. Fermati da me, no?"

Qui dove gli abbracci che scaldano davvero devo ancora riceverli. Qui dove ti basta un passo falso per perderti e metterti nei casini da sola. Qui dove... HAI FATTO TUTTO DA SOLA, RAGAZZA. Qui dove puoi essere fiera di te stessa e dove... Ti stai buttando via un pó per volta. Qui dove di ferite come quelle che hai addosso ora, non te n'eri mai fatta. Qui dove mentire e stare sola non è mai sembrato così facile. Qui dove va bene tutto e non va bene mai niente. Qui dove, paradossalmente, respiri, per la prima volta in vita tua. Qui... Dove hai un'infinità di porte da aprire. Aprirai quella giusta per una volta, ragazza di Dublino?