venerdì 9 aprile 2021

Crepe

 Sono giorni in cui ho la testa così piena, da avere la sensazione di avercela completamente vuota. 

Vedo me al lavoro, ad avere a che fare con colleghi, pazienti, capi. Io che rido, io concentrata. Io ridicola, io che sbaglio, io giusta, io sbagliata. Me ne frego e torno a casa come se la giornata non ci fosse stata. 

Mi chiama Jamila come ogni sera non appena ci infiliamo in macchina dopo il lavoro per tornare nelle nostre rispettive case. Ore di racconti, di sensazioni, impressioni. Ore di conforto reciproco, di farsi forza a vicenda. "Io sarò sempre vicino a te quando ti servirà una spalla", "Anche io sister, infatti sono contenta di questo!". Fa piacere avere una presenza come lei, che mi somiglia molto. Quella presenza che c'è e che si fa sentire forte e chiaro, molto vicina. Con lei creiamo e disfiamo mille progetti, mille programmi. Io e Jamila siamo sempre all'insegna del cazzeggio, ci piace ridere e scherzare, ci piace condividere le cose che facciamo durante le giornate, quello che mangiamo, le nostre passioni, i nostri "buchi neri". 

Dei buchi neri non parliamo quasi mai di persona e nemmeno per telefono. Sempre per iscritto. "Sai ho avuto un periodo un pò così anni fa...", "dipingevo perchè stavo male". E così si scoprono pian piano le piccole crepe. 

Crepe di cosa? 

Crepe degli strati.  

Degli strati di noi. Sì, perchè noi diventiamo adulti quando riusciamo a costruire numerosi strati e anche belli resistenti. Strati compatti, uno sopra l'altro. Il più duro è lo strato più esterno, man mano che si va verso l'interno gli strati diventano sempre più morbidi. 

Gli strati servono a tenerci tutti interi, ad impedire di sgretolarci in minuscole particelle. E poi servono a proteggere la nostra parte più morbida. 

Non mi sta pesando per niente invecchiare, anzi, sono troppi felice di farlo. L'unica cosa che percepisco è proprio la formazione di questi strati, man mano che passa il tempo. Li sento formarsi addosso a me, uno sopra l'altro. 

E quindi c'è sempre più la Eve che parla del più e del meno, sempre più la Eve che è cauta nel dare un'opinione strettamente personale. Ci sono sempre di più io che voglio sentir parlare gli altri, tutti. Io che voglio solo scherzare, io che voglio dormire tanto, io che voglio stare tranquilla e per conto mio. 

Dei buchi neri non se ne parla più, il mio strato morbido è sempre più inarrivabile, a volte persino per me stessa. 

A volte sono a casa del mio fidanzato che cucino, la sera. Affetto le verdure senza dire una parola, da sola, lui che guarda la tv. E la testa vola via, vuota. "Come vorrei essere da sola...". E subito dopo "Eve, sveglia, sveglia! Stai cucinando, hai un fidanzato, domani si lavora, non puoi isolarti così, falla finita!"

Giusto, giusto. Torno sulla terra. 

"Vieni qua?"

"No, vieni tu"

"Mi dai un bacio?"

"No, se lo vuoi te lo vieni a prendere, mi hai rotto."

Mi hai rotto, mi hai rotto. 

Sono rotta. 

Andiamo a letto, non riesco a rilassarmi. Io immobile, impassibile mentre lui mi tocca. Testa e corpo completamente assenti. Come se la questione non mi riguardasse. Dopo non so quanto tempo, mi rilasso e mi prende una passione senza fine. Una passione per me stessa. Non so spiegare. 

Ieri mentre facevo il lungo tragitto in macchina per andare a lavoro pensavo "C'è qualcosa che manca, mi manca qualcosa ma non capisco cos'è..." 

E poi "Voglio comprare una casa piccolina e tutta mia dove mettere le mie cose senza che nessuno decida per me o influenzi le mie scelte. Voglio avere un angolo mio per mettere le cose che uso per dipingere e lasciarle li, voglio un balconcino carino dove fare colazione, voglio un tappetino per fare i miei workout". 

Ho chiesto a Jamila se aveva voglia di organizzare un mini viaggio in Provenza, pandemia permettendo. E ha detto di si. Speriamo che almeno lei ci venga davvero in viaggio con me, mi manca troppo vedere il mondo.

Spero di non dimenticarmi del tutto della mia parte morbida. Perchè io sento che deve uscire. Ultimamente riuscivo un minimo a farla uscire dipingendo. La tela che ho iniziato due settimane fa ad esempio è per me fonte di sfogo e orgoglio. Se riesco a disegnarla come dico io, sarà la mia prima tela. E' da giorni che penso a come ultimarla. Peccato mi abbiamo tolto il cavalletto. Ebbene sì. Non sto qui a spiegare come e perchè. Ma non nego di esserci rimasta molto male. "Nemmeno dipingere può essere una cosa MIA".  

A volte mi immagino nuda, con i capelli arruffati, struccata ma con una pelle purissima. Mi immagino mangiare cristalli con grande voracità, come fossero burro. E subito dopo mi immagino correre sempre così, in una foresta, insieme a Jenna. Solo noi, senza preoccuparci dei pericoli, dei vestiti, del trucco, delle persone, della fame, della sete.