sabato 30 gennaio 2021

Io posso tutto quello che posso.

Avete ricordi della vostra infanzia?

Io si, ho tantissimi ricordi di molti momenti lontani della mia vita.

Una cosa che ricordo in particolar modo è la sensazione che provavo da bambina quando mi succedeva o stava per succedere qualcosa di bello. 

Ricordo il cuore che esplodeva di gioia e sentivo il sangue caldo scorrere veloce dentro le mie vene. Qualcosa più o meno all'altezza di stomaco e petto. Era una sensazione intensa, incontenibile.

Da piccola, ricordo, questa sensazione era sempre correlata a qualcun'altro. "Sta tornando papà da lavoro", "oggi vedi la tua amichetta", "la nonna ti ha fatto un regalo".

E quando cresci, senti lo stesso le emozioni, ma le senti in maniera diversa. Io, io adesso le sento come se avessi l'ovatta intorno, come se stessi in una stanza insonorizzata. Quando qualcuno mi tocca, mi abbraccia, mi da un bacio, è come se quella sensazione passasse prima in un altro corpo e poi a me. Mi arriva smorta, slavata, afona. 

Come fossi uscita da un processo lunghissimo di "raffinazione". Come si lavano i metalli; dentro al fuoco, poi diventano liquidi, poi si passano nell'acqua, e poi si soffiano, e poi si smussano, e poi si modellano e poi si tagliano. 

"Togli questo, leva quello, lascia solo l'essenziale, la voglio fatta solo di essenza questa ragazza qui".

Non so nemmeno se mi va bene o meno questa trasformazione. Vorrei solo capire dove vanno a finire adesso le emozioni. Cosa gli succede, dove sono nascoste. Nei piedi? Nelle orecchie? Le mani?

"Necessità fa virtù". Penso non ci sia proverbio che rappresenti meglio questi anni della mia vita. Gli anni appena prima dei trenta. "Necessità fa virtù" non penso sia un proverbio applicabile a chiunque. "Necessità fa virtù" vuol dire che tu, lasciato da solo a fare una cosa che non sei ancora in grado di fare, alla fine la impari a fare per necessità. E se io invece, da sola, mi spaventassi e passassi il tempo a dire "non sono capace, non lo so fare"? E se io invece, lasciata sola, con superbia dicessi solo "me ne fotto di imparare a fare questa stupida cosa, farò quest'altra", semplicemente perchè più facile?

Io, io invece no. Io sono e io posso diventare, tutto quel che posso, tutto quello che è nelle mie possibilità. Sono diventata babysitter e donna delle pulizie quando avevo bisogno dei soldi per partire, sono diventata lavapiatti quando una volta partita mi servivano i soldi per mangiare, sono diventata cameriera quando avevo paura di parlare con le persone e avevo bisogno di superare questo scoglio, sono diventata barlady quando avevo bisogno di avventura, sono diventata segretaria e imprenditrice quando c'era bisogno che mi prendessi responsabilità per portare avanti il sogno di chi amavo e infine sono diventata assistente sanitaria quando mi serviva di cambiare vita e di imparare a non aver paura di assistere persone che hanno bisogno di un intervento.

Sarò sempre una persona chiusa, e complessa. Ma potrò sempre cambiare un pezzetto di me. 

Sento che arriverà un nuovo progetto. Non so quando, non so con chi, non so dove. Ma arriverà. Ed è questa la vera risorsa. Proprio questa. Quando riesci, anche dal fondo di un buco buio e fangoso, a creare qualcosa. Ad immaginarti fuori. 

Altrove. 

Libera.

domenica 10 gennaio 2021

Riti d'iniziazione all'età adulta

Quasi 29 anni. Ancora mi si può chiamare ragazza. Ma adesso ancor di più mi si può chiamare donna. Sono grande, sono adulta finalmente. 

Per me ogni fase di passaggio, ogni fase di transizione, ogni iniziazione a qualcosa, è stata sempre ben definita. Come se fosse stato scritto da qualche parte che in quel giorno, a quell'ora, io dovessi divenire bambina, ragazza e poi donna e poi mamma del mio cane, e poi custode della mia famiglia e poi capace di questo e quello. 

Penso che succeda così a chi è molto introspettivo. Sempre domande, analisi interne, domande, liste di cose da migliorare, liste più lunghe di cose da cambiare. 

Ora è arrivata l'età adulta. Me la sento addosso, nelle vene. 

Età adulta non è invecchiare. E' consapevolezze attaccate sul frigo, sullo specchio del bagno, sullo sportello della macchina. 

L'età adulta è quando ti sai prendere meno sul serio. E' quando sai ridere meglio di ieri. L'età adulta è proprio come quando un serpente cambia la pelle. Non è un bruco che diventa farfalla, no. Quest'ultima metafora la userei piuttosto per quando da bambini diventiamo ragazzi. Cambiamento estremamente visibile e splendente. Invece in età adulta ci cambiamo solo la pelle. E ne mettiamo su una migliore, più brillante nei colori, più pulita, che ci calza meglio. 

Da quando sono adulta ho sentito il mio corpo cambiare sotto di me. E io in silenzio a studiarlo, a cercare di capire cosa stesse succedendo. Poi l'ho capito, stavo togliendo la pelle vecchia!

Il viso persino, è cambiato come se ogni spigolo, ogni lineamento, ora si fosse finalmente rivelato. 

Da adulta so dire "questo mi piace e questo no". 

Da grande so seguire le mie passioni. 

Da adulta so lasciare andare le cose superflue.

Da grande so assaporare il cibo senza rimorsi.

Da adulta so pensare di più a me stessa e meno al giudizio degli altri.

 

Solo una cosa non cambia anche ora che sono grande. Non riesco a smettere di sognare, mai. Se una cosa mi piace, voglio sempre provare a realizzarla.