mercoledì 27 marzo 2019

Per chi si ferma a leggere

Prima di tornare a scrivere qui, tre post fa dunque, ci ho riflettuto un pò. Ora vi dico cos'è successo. Non scrivevo più dal 2014, sono passati quindi 5 anni. Sono molti, non sono pochi mesi. E sapete cosa mi sono chiesta come prima cosa:"Chissà se le mie amiche di blogspot sono ancora lì..."

Sì, mi chiedevo di voi, lettori e lettrici. Mi chiedevo come stavano nella loro vita adesso, tutte quelle persone che attivamente hanno commentato i miei post, scritto mail o addirittura parlato di me in qualche loro post, e anche di quei lettori e lettrici che invece (chi può saperlo) silenziosamente mi hanno letto e magari hanno preso spunto da una cosa che ho scritto e l'hanno trovata utile.
Ecco, io mi sono chiesta questo. Se eravate guarite/i, se stavate ancor più infognati di me nella malattia (ognuno ha la sua), se avevate raggiunto traguardi enormi, se vi ricordavate chi siete o se avevate dimenticato tutto il brutto del passato.
Ho fatto un piccolo giro in alcuni profili, ma ho smesso quasi subito per concentrarmi su ciò che avevo bisogno di scrivere.
Mi ha fatto immensamente piacere leggere sotto il mio primo post dopo 5 anni il commento di se fossi fuoco arderei il mondo. Non ho mai incontrato nessuno di persona da blogspot, ho sempre preferito rimanere nell'anonimato in tutto e per tutto e così continuerà ad essere. Però devo ammettere che in base ai contenuti dei post di ciascuno/a, riuscivo ad immaginarvi e ci riesco tutt'ora. Non riesco bene ad immaginare i lineamenti del vostro viso, la vostra corporatura, ma riesco ad immaginare bene l'indole, il carattere, le espressioni facciali che fareste se ci sedessimo a chiacchierare e bere tè.A lei, ad esempio, avrei sempre voluto chiederlo, di incontrarci, perchè leggendo i nostri post, sembra che io ho ciò che serve a lei e viceversa. E molte volte sento una spinta fortissima nel voler risolvere i problemi di tutti, nel voler intervenire direttamente e anche in maniera invadente per aiutare chi si trova in difficoltà... Però, noi guerrieri dobbiamo fare da soli. Il blog ci aiuta, e poi noi decidiamo come agire. Perchè magari la MIA soluzione, non è la TUA soluzione. Perchè magari io per guarire dalla malattia ho deciso di prenderla di petto, mentre altre personalità hanno bisogno di calma, quiete, pazienza... E io mi sento un pò come una fiamma libera, che ti può riscaldare ma può anche bruciarti vivo senza che fai in tempo ad accorgertene. Ecco, un altro mio limite che ho scoperto da poco: non agire per paura di sbagliare. Sta succedendo così, con le persone.

 Questi angoletti ce li ritagliamo noi per mille motivi diversi e vanno rispettati. Dietro questa tastiera e questo schermo, sono davvero libera di essere come voglio, COME SONO. E qui, dai miei amici di blog, riesco a sentirmi incoraggiata, abbracciata, coccolata, lodata. Ed è di questa positività che voglio fare indigestione.
Io lo scrivo qui, lo dico come consiglio a voi, ma in realtà me lo sto dicendo da sola: ce la possiamo fare. La vita è molto bella, dobbiamo solo RE-IMPARARE a viverla. Dobbiamo guardarci nello specchio e anche se ci vediamo la ciccia, i brufoli, le ossa, le occhiaie, i peggiori difetti del mondo... Beh, siamo noi. UNICI. INIMITABILI. E ve lo dico io, che sono passata dalla ciccia alle ossa e indovinate un pò? Non mi andavo bene in nessuno dei due casi. Oggi, non mi importa più. Oggi sono tutt'ossa e non vado bene nemmeno alla società perchè ho poco seno, poco contenuto. Prima ne avevo troppo. Oh mannaggia.
Tutto questo per dirvi, che chi si deve davvero andar bene, siamo noi. In base ai nostri canoni, le nostre idee, la nostra personalità (da delineare e tenere ben stretta).
E l'unico motivo per cui mi vado bene è che ho capito che qualsiasi persona (anche la famiglia) dà opinioni, consigli e giudizi, ma la verità la sappiamo solo noi, dentro di noi. Solo noi lo sappiamo quanto fa male sentirsi una balena, quanto si soffre ad imporsi di stare a digiuno ogni fottuto giorno che Dio manda in terra, lo sappiamo solo noi il tipo di sofferenza infida che ci dà questa malattia, lo sappiamo solo noi cosa vuol dire fare a pugni con se stessi nella testa e alcuni anche fisicamente, lo sappiamo solo noi che bufera stiamo attraversando. E se mentre sei nella bufera, qualcuno ti dice che in realtà stai solo facendo una passeggiata sotto la neve... Beh, io direi solo che non capisce. Perchè poi tanto ognuno si crea le sue certezze per nascondere le proprie debolezze. Ho capito che la persona che mi reputa stupida e lagnosa perchè 'faccio storie per mangiare', si pensa più forte di me perchè riesce a cibarsi senza problemi, riesce a soddisfare uno dei primi 3 bisogni PRIMARI E FONDAMENTALI dell'essere umano così, come fosse una passeggiata. Io a mangiare a cuor leggero ancora non ci riesco benissimo, ma ci arriverò. Riconquisterò il mio sacrosanto diritto a godere dei piaceri del palato. Perchè è buono il cibo e non mi danneggia, mi aiuta solo ad avere energie da usare durante il giorno. E poi noto che le stesse persone che direttamente o indirettamente mi giudicano per via della mia magrezza e della mia "inappetenza", sono le stesse che vengono a bussare alla mia porta per consigli di vita, consigli su situazioni quotidiane semplici, consigli e suggerimenti per ogni problema. E io ho sempre una risposta e se non ce l'ho lì per lì, con la logica, la trovo.
Come si chiama questa cosa? Compensazione? Ho 'compensato' la fame fisica con il 'sapere' generale? Con l'intelletto? Ho dato da mangiare solo al cervello con di tutto e di più e ora ho il cervello che esplode di roba, come se avessi 50 anni? E di tutto questo sapere, cosa me ne faccio ora? Perchè io so di tutto un pò, volendo saprei anche come effettuare un furto. Me lo sono fatta spiegare un giorno per ammazzare la noia mentre ero 'costretta' a stare seduta di fianco a sta persona. 
E quindi cos'ho fatto io per 27 anni? Chiuso lo stomaco per aprire la mente? Che cazzo avevo in testa?

Ora è tardi, devo iniziare a fare la cena, farmi la doccia e tante altre cose. Vi voglio bene persone che leggete.

martedì 26 marzo 2019

Primavera

"L'arrivo della Primavera mi mette tanta debolezza fisica quanto spensieratezza. Oggi però, nel cielo azzurro tutto limpido, c'era una nuvola. Là, in un angolo. Tu guardavi, tutto sole, tutto azzurro limpido e poi quella nuvola. Disturbante. Che cazzo di novità è mai questa? Ho chiamato il numero delle emergenze e l'ho fatta togliere. O tutto grigio o tutto azzurro. Tutto schematico, tutto preciso. Tutto programmato, nessun fuori programma."

Ma a me avere tutto programmato, ultimamente,mi dà così fastidio perchè mi ricorda tanto la mia malattia... Così come rimanere fermi immobili davanti agli eventi che scorrono, come se per davvero non ci si può far nulla...

Che poi, c'avete mai pensato a cosa vuol dire davvero l'espressione "rompere il ghiaccio"? Più che 'rompere il ghiaccio', credo che d'ora in poi, per quanto mi riguarda, userò l'espressione 'rompere il TUO ghiaccio'. E mi è venuto in mente come un lampo di genio, un giorno, passeggiando con Jenna.

Davanti casa mia c'è una villa familiare, enorme. E' bellissima, soprattutto il giardino tutt'intorno, con un albero di Magnolia che straborda di fiori grandi e rosa. Nessuno saluta mai qui, ognuno si fa i fatti propri, e pian piano ci sto riuscendo anche io. Mi sto adattando a questa città come solo un vero camaleonte sa fare. Stando attenta stavolta però, a non finire vittima del mio stesso adattamento, ricordandomi sempre chi sono, perchè sopporto, perchè tollero, perchè mi adatto e a cosa dovrà portare questo mio adattamento TEMPORANEO.
Solo che a volte succede, soprattutto da quando ho Jenna, che sono meno concentrata a 'non sbagliare', sono più leggera, sono talmente concentrata su di lei che mi stacco da me e sono con lei. Sono di fianco a lei mentre annusa l'erba, sono con lei mentre gioca, sono nel suo sguardo, nella sua testa, nei suoi occhi, nelle sue zampe. Sono un tutt'uno con questo animaletto bellissimo che m'insegna a sentire i miei istinti, i miei bisogni, mi aiuta ad ascoltarmi... Ed eccole le lacrimucce che scendono mentre scrivo di Jenna; come sempre, quando vado a stuzzicare la mia piccola parte 'buona', succede cosi.
Ad ogni modo, un giorno, mentre Jenna metteva le zampe anteriori sul muretto della villa per sbirciare meglio cosa facesse la signora, si è voltata e l'ha vista. L'ha vista lì, con le zampacce sul suo preziosissimo muretto. In volto, la solita tipica espressione austera, pronta all'ammonimento, pronta a difendere il suo castello... Ero divisa a metà, sapevo che avrei solo dovuto chiedere scusa cento volte a testa bassa trascinando via la mia cagnolina. Ma ero così intenerita dall'espressione di Jenna nel vedere quel giardino enorme, che ho sorriso e ho detto solo "Buongiorno!" ed è qui che si è palesato il miracolo. E' come se il viso della signora si sciogliesse, o meglio, s'incrinasse, spaccando la superficie di ghiaccio sulla faccia. Era come se vedessi il viso, cadere pezzo pezzo, prima un sopracciglio inarcato, poi lo sguardo a fessura... Tutto giù, a lasciar posto ad un viso roseo, dai lineamenti dolci, il tutto incorniciato da un sorriso sincero.
E potevo quasi vedere le goccioline di ghiaccio cadere a terra, e potevo quasi sentire il sollievo di quella signora per non avere più quella lastra pesante e gelata sulla faccia. Era come se mi si facesse tutto chiaro d'improvviso. Che non è nostra volontà, chiuderci dentro quattro mura di cemento, che noi siamo Natura e a forza di vivere nel cemento è come se te lo mangiassi tutti i giorni e se vai a cagare o vomiti sempre cemento esce. Come una specie di intossicazione. Un cancro che lentamente intaccherà la tua vita intera: ciò che dici, ciò che fai, cosa e come pensi, i tuoi obiettivi, i tuoi valori, la tua moralità. Tutto. Qualsiasi cosa.
Dopo questo triste e cinico quadretto, voglio scrivere una cosa per ricordarmela quando succederà che mi sentirò di nuovo persa.

"Tutto ciò che devo fare è guardare oltre il muro."

Mi devo sempre ricordare di rimanere LIBERA nella testa. Così nessuno riuscirà a fermarmi, nessuno riuscirà a mettermi a terra. Nemmeno io stessa, non più, non voglio più.

Settimana scorsa ho gridato al telefono a mia madre. Mentre lei blaterava convenevoli e seghe mentali, l'ho interrotta, ho iniziato a parlare a raffica come sempre, ma stavolta le parole erano chiare, precise, severe ma giuste come direbbe qualcuno. Mi sono piaciuta. Sì, mi è piaciuto dirle "ora tu la smetti di parlare e fai parlare me". E via giù a valanga a farle esempi di quanto mi rendesse difficile l'esistenza ed infine "IO ESISTO, mamma. Se non ti sta bene, ti dà noia, o pensi che io dia fastidio al mio fidanzato, la sua famiglia o chiunque altro, non ci venire a trovarmi e continua a fare come hai fatto fino ad oggi che così ognuno se ne sta a casa propria. Perchè io continuo ad esistere anche senza i vostri abbracci e il vostro affetto."
Non è importante la frase, non è bello che io abbia messo a tacere mia madre, non è bello aver avuto l'ultima parola. E' stato bello pensarlo e poi dirlo. E' stato bello pensare che avessi tutto il diritto di pronunciare quelle parole. E' stato bello sentire ogni cellula del mio corpo che lo gridava insieme a me. E' stato bello esserne pienamente convinta.
Nessuno, NESSUNO, nemmeno nostra madre può dirci come esistere, quanto spazio occupare e vicino a chi stare. Se nemmeno nostra madre, figuriamoci gl'altri, quelli che passano in strada e magari ci urlano dietro: "cicciona!" oppure "che manico di scopa!". Noi dobbiamo piacere a NOI STESSI e dobbiamo costruirci mattoncino per mattoncino da soli. Sì, perchè sono poche le persone che hanno il lusso di essere aiutate da altri nella loro crescita personale e lavorativa. Noi dobbiamo fare da soli.

Mi piace parlare al plurale qui, a volte, mi fa sentire meno sola. Mi fa sentire che qualcuno forse è nella mia stessa situazione e magari si sentirà meno solo anche lui.
Sto mangiando di più, ebbene sì. Se mi va e ci riesco, ogni tanto scrivo anche se riesco a prendere qualche chilo, ma non voglio pormi obiettivi. Cerco di prendere tutto easy, vediamo cosa succede. Vediamo cosa succede vivendo e basta.


giovedì 21 marzo 2019

HELLO DARKNESS, MY OLD FRIEND

Sento la necessità di tornare qui. Di tornare a scrivere per farmi leggere da chiunque, nell'anonimato. Adesso basta scrivere su pezzi di carta che poi tanto metto in tasca oppure butto. Adesso basta. Sono sempre io, Eve K., sono solo cresciuta un pò, ho 27 anni adesso. E mi sto iniziando a curare adesso dai maledetti disordini alimentari e varie altre meravigliose complicazioni che ne derivano. Abito in una città ora. Una Città con la 'C' maiuscola. Sì, perchè non c'è altro che città qui. Se alzo gli occhi verso il cielo, non lo trovo mai, trovo un lenzuolo grigio un pò troppo pesante sopra la mia testa. Se cammino a testa bassa i  miei occhi incontrano solo pezzi d'asfalto e marciapiedi. Se cammino normalmente e incrocio lo sguardo austero di qualche passante mi intristisco a morte.
Dovrei stare bene. Col mio ragazzo, dovrei. Peccato che mi abbia a cuor leggero buttato in un suo progetto che sta andando miseramente a puttane e ora fa spallucce. Peccato che i miei genitori quando mi chiamano sia solo per chiedermi favori o come sta il loro fenomenale genero. Peccato che io sia così cinica sola e bastarda che nessuno abbia la benchè minima voglia di bere anche solo un caffè con me. Perchè io dico sempre tutto in faccia, perchè io sono nervosa, perchè io arrivo a fine giornata sconvolta come se uscissi da una tazza del cesso come in 'Trainspotting', peccato che io, AIUTO, non so come chiederlo. Perchè io arrivo sempre al mio limite massimo, anzi, io sembro proprio non averne di limiti. Sono una supereroina, una super donna venuta al mondo per donare, per DARE, DARE TUTTO. Non m'appartiene niente, a me. Devo dare tutto, senza mai avere, come una condanna lenta lenta e infinitamente crudele. Come una goccia cinese. Che sembra non fare male, ma piano piano, senza che te ne accorgi, muori.
Io adesso sono arrivata a sentirmi così. In bilico tra una fine cruenta ma lenta e tra sfondare tutto e scappare ancora. E ancora. E ancora.
Come faceva quella canzoncina nella mia testa quando avevo 15 anni e facevo le scale avanti e indietro per perdere peso? "Su e giù, su e giù, sali sulla bilancia, pesi troppo, hai fallito, ricomincia, su e giù, su e giù..."
Un dolcissimo e rassicurante moto perpetuo che alimentavo e tenevo stretto stretto a me perchè al di fuori di me era tutto CAOS.
E lo sapete forse qual'è il fatto? E' che sarà sto disordine alimentare di merda che mi tiene qui. Che mi ha sempre tenuto appena sopra al fondo. Raso terra. Che io oggi dico "aiuto per favore, qualcuno mi aiuti a guarire, fatemi uscire dalla mia testa, peso troppo poco, non riesco a reggermi in piedi, a fare le cose, sono inappetente in ogni circostanza, aiutoooo!" , ma mi arrivano risposte come se io stia mentendo, perchè se un'anoressica sta male, deve stare rannicchiata sul divano a piangersi addosso dicendo che non le vanno i vestiti.
Io non ce l'ho un disordine alimentare perchè io esco da sola ogni giorno, io faccio tutto, io faccio la spesa, vado in posta, porta a spasso la mia dolce cagnolina che qui chiamerò JENNA... Ah si, JENNA. Non posso non parlarvene, lei l'ho presa a Gennaio di quest'anno, sono corsa a prenderla perchè volevo farla finita e basta, stavo impazzendo. E allora siccome io ho una specie di forte senso di sopravvivenza, mi sono fatta 2 ore di macchina ad andare, 2 a tornare ed ora è la mia compagna di avventure. Anche se ne ho poche di belle avventure qui. Ma con lei ci facciamo le risate, parliamo di tutto... Sì, sono pazza, ma mi fa stare bene parlare con lei, vedere le espressioni che fa e scambiarci tante coccole affettuose. Mi rammarico solo di non poterle dare qualcosa di migliore, tipo un luogo migliore in cui vivere, una padrona più calma e più serena... Però lei mi sprona molto a non lasciarmi andare alla depressione ma a continuare a coltivare l'Amore e la mia sensibilità.
Io ora sono confusa, sto male, ma io sono anche quella che nello stare male, vede sempre una mini luce là in fondo. C'è una piccola lucina, sempre. Stavolta non viene dalle persone attorno a me, una parte lo so già che viene da Jenna. Un'altra parte devo averla avuta io da sempre in me, ma non c'avevo mai creduto veramente. Ora che sono completamente sola, riesco a vederla. A volte ci faccio addirittura affidamento. Però tutte le persone che ho intorno adesso, mi riportano prontamente coi piedi per terra, sono subito pronti a buttar giù i miei stupidi castelletti di sabbia, pronti a denigrarmi per spronarmi per il mio bene, pronti ad azzannarmi perchè così magari mi do una calmata... Mi devono tenere buona a me, mi devono contenere, gli altri.
Sono... Una persona sbagliata? Esistono persone sbagliate? Sono la prima? Esistono le persone 'individuali'? Quelle che sono destinate a spegnersi da sole, a darsi fuoco per rinascere fino a un tot di volte e poi basta? Come i grandi artisti, Van Gogh e tanti altri, che non li capiva mai nessuno e stavano quasi sempre da soli e finivano per suicidarsi o ammalarsi e noi oggi studiamo le loro opere perchè oggi significano qualcosa... Io ho iniziato a dipingere, a fare kick boxing, a scattare foto con una vecchia Polaroid che qualcuno ha trovato e voleva buttare.
Dei miei dipinti il mio ragazzo chiede 'cos'è?', della kick boxing 'non arriverò mai a alti livelli', delle foto si limita a sorridere... Forse perchè è lampante anche a lui, a tutti. Che io mi impegni, ma non abbia passione per nulla. Che io mi sforzi, per raggiungere risultati mediocri, perchè forse lo sono, mediocre.
Ma allora mi domando cosa si deve fare. Cosa si deve fare per stare bene? O meglio: le persone come me, che cazzo fanno per stare bene? Senza soldi, senz'amore, senza cibo, senza riposo, senza famiglia, senza casa... Come si sta bene?
Mi sono persa raga, non mi ricordo più chi cazzo sono, da dove vengo, dove stavo andando e perchè. Non me lo ricordo, è come se me lo fossi scordata lungo il tragitto per aiutare chi incontravo ferito lungo il mio cammino. Solo che io mi scordo sempre che una volta guarita la ferita, la gente corre via contenta, spesso senza ringraziare, dando persino per scontato quell'aiuto. E tu rimani indietro, col fiatone,senza forze. E se rimango IO senza forze, chi mi aiuta a me? Dove le trovo, io?
L'ultima psicologa da cui sono andata qualche settimana fa (era la prima volta che mi vedeva), mi ha fatto una specie di ramanzina sul fatto che le cose si fanno senza mai aspettarsi nulla in cambio, altrimenti sei brutta e cattiva perchè vuol dire che le stai pretendendo... Quindi è questo? Le ragazze anoressiche pretendono, controllano, attaccano, sbraitano, scalciano, aggrediscono... Sono lo scarto della società le ragazze come me? Sono persone estremamente cattive travestite da brave donzellette esili? Questo sono, IO? Una persona cattiva, inopportuna, una folle?
E' arrivato il momento di andare al parco con Jenna, bevo un tè caldo e si va...

Non concludo il post con nessun augurio, nessun 'buona lettura e commentate per favore', perchè tanto, se qualcuno vuole leggere lo fa, se vorrà commentare lo farà.